Balkanburger

di Stefano Massini

con Luisa Cattaneo, musiche eseguite dal vivo da Enrico Fink

una produzione 2009 Teatro delle Donne

…Per raccontare “Balkan burger” bisogna anche parlare della musica Kletzmer, affidata in questo caso al musicista Enrico Fink, interprete sul palco e “drammaturgo” insieme a Massini.  La musica, che fonde strumenti e canto in un ritmo che ha il suono della vita quotidiana, che tradizionalmente accompagna feste di matrimonio e funerali, si esprime infatti sia con la felicità che con la malinconia; a tratti è allegra fino a scivolare inaspettatamente nel grave. Incarna musicalmente la storia ebraica, caratterizzata proprio dalla contaminazione geografica e culturale nell’area orientale dell’Europa: Polonia, Russia, Balcani.  In particolare in Bosnia ed Erzegovina, dove la – più o meno serena – convivenza multietnica ha da sempre fortemente ispirato l’espressione culturale, caratterizzata dal riferimento costante a religione e armi. Fiducia e terrore, amore e morte, serenità e dolore: come nella drammaturgia musicale di Enrico Fink; convivenza tra diversi dogmi di differenti comunità, fino al minimo pretesto buono per far ballare le armi, come emerge dal testo di Stefano Massini… (Martina Melandri, klp teatro)

Si diffonde ancor prima di entrare in sala il suono flautato emesso da Enrico Fink, musicista, autore e attore teatrale, tra i principali interpreti della tradizione ebraica in Italia, laureato in fisica. Per questo suona a teatro, pare, e per nostra fortuna perché quelle note attirano come fossero quelle del pifferaio magico. Ci si accomoda e si guarda con curiosità al suo flauto dritto elettronico, collegato a un computer posto davanti a lui. Moni Ovadia lo ha definito “giovane tessitore che cerca di ricucire l’infranto…” ma qui, con la fisarmonica poggiata a terra accanto a lui, Fink è solo un sottofondo musicale. Eppure anche lui racconta alla nostra anima, con le melodie klezmer miscelate a ricordi di jazz che riempiono la piccola Sala della Cavallerizza del Teatro Litta, dove tutti i mattoni a vista e l’alto soffitto di legno danno un senso di caldo, alimentato dai pannelli che rivestono le mura tenendo fuori il freddo di fine gennaio…. (Daniela Cohen, Saltinaria)

http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/balkan-burger-teatro-litta-milano.html